mercoledì 1 aprile 2009

Commento a "Coltivare le connessioni"

Ci sono due aspetti che voglio commentare di questo scritto, per essere più chiara possibile citerò i passaggi a cui mi riferisco.
“La mia tesi è che non riusciamo a trarre vantaggio dalla ricchezza del mondo online perché abbiamo perso una cultura sviluppata e tramandata da millenni e che, nel processo di scolarizzazione della società iniziato nel IXX secolo, è ormai esista perché la scuola non è stata in grado di raccoglierla e di tenerla viva”.
Non sono d’accordo con questa affermazione, penso che la scuola oltre a essere stata in passato uno strumento di emancipazione delle popolazioni senza voce o quasi, sia tuttora importante e abbia ancora un ruolo. È vero che le informazioni ci circondano in tv, su internet e sui giornali ma non penso che possano essere paragonate a un’insegnante in carne e ossa che ti parla. Con questo non voglio difendere l’esistente, secondo me la scuola va cambiata in tante cose (i programmi delle materie uguali da decenni, professori che non sanno bene cosa insegnano..), però per quanto mi riguarda ho trovato qualche persona (poche eh!) che ci metteva entusiasmo in ciò che insegnava e per questo me l’ ha trasmesso. Alcuni dei PLE che “coltivo” vengono infatti da li.
“In natura organizzazioni e reti sono sinergiche. (…) Questo paradigma di applica a tutti i sistemi del mondo, dalla descrizione dei sistemi biologici a quella dei sistemi macroeconomici”, (Parlando di internet) “La grande novità è invece di natura qualitativa: mentre prima le masse potevano fruire dell’informazione solo attraverso i media oggi le masse possono esprimersi”.
Sono d’accordo sul fatto che le reti abbiano un grande potenziale, specialmente quelle che hanno pochi nodi organizzati. In diverse puntate di Report, il programma della Gabanelli, ho visto degli esempi di reti aperte; un’associazione di cittadini che insieme hanno comprato a Milano un terreno e lo coltivano con ortaggi e frutta, prendendo poi ognuno quello che gli serve, oppure un gruppo di studenti liceali che impartiscono ripetizioni ai coetanei al prezzo simbolico di due euro, e altri esempi di persone che si sono messe insieme per realizzare quello che da sole sarebbe stato più difficile fare. Per quanto riguarda la rete di internet penso che l’aspetto più interessante, e che per ora sfrutto, sia il fatto di poter arrivare a fonti più o meno censurate dagli altri media, voci che fanno controinformazione, o comunque che non hanno spazio da altre parti.

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